Di VajontS23 abbiamo ripreso, con integrazioni, la parte inizialee quellafinale, mettendo in risalto i fatti essenziali (la catastrofe annunciata, ma negata per gli interessi di pochi, il mito del progresso, l’ignavia di altri / il dolore). Nella parte centraledella messa in scena, invece, abbiamo inserito due piccole storie, di devastazione ma anche di rinascita, che ci riconducono all’alluvione in Romagna di maggio 2023: Acqua e Fango: Terra che Rinasce. Perché questi racconti? Perché l’urgenza dell’attualità e le ferite aperte di un territorio colpiscono e ci possono rendere più partecipi e vigili, ma anche perché queste storie portanovoci di speranza. Perché aiutano a comprendere il prezioso contributo che la creazione artistica ci offre per riflettere sul nostro rapporto con la terra, per “dar voce alla terra”, per imparare a rispettarla.

20 studenti, dai 16 ai 19 anni, del Laboratorio teatrale scolastico, coadiuvati da 6 docenti, tra cui la sottoscritta; ha collaboratocon noi un nostro ex aiutante tecnico per le riprese video. Nessun altro supporto esterno.A partire da fine agostoabbiamo iniziato ad incontrarci in Meet con i ragazzi: per fornire loro i materiali per contestualizzare il tutto e per leggere insieme il testo. La maggior partedi loro non conosceva la tragedia del Vajont. Partendo da questa storia abbiamo tentato di veicolare la loro attenzione su quanto recentemente accaduto (alluvione in Romagna) o stava accadendo (catastrofe di Derna in Libia): non si conosce il passato, ma anche il presente scivola via inconsapevolmente.