A Lodi VajontS 23 è stato messo in scena al Teatro alle Vigne da diverse realtà e associazioni culturali del lodigiano che agiscono nelle arti performative.
Il testo utilizzato per la lettura scenica è frutto di un adattamento e riduzione del testo VajontS23 e di brani tratti dal monologo originale “Il racconto del Vajont”. L’adattamento del testo e la mise en scène sono ad opera di Alessia Camera e Annalisa Degradi.
Lo spettacolo ha integrato in forma scenica i brani letti al leggio da attori di tre compagini amatoriali con l’esecuzione dal vivo di brani corali e pianistici, due interventi coreografici e la proiezione di contenuti video sul tema dei disastri climatici legati all’acqua, compresa un’alluvione provocata dal fiume Adda che ha colpito il territorio lodigiano nel 2002.
Il focus principale dello spettacolo e del nostro racconto si è spostato sul futuro e sulle minacce della crisi climatica e idrica, che non può più essere negata o ignorata: la vicenda del Vajont è servita come spunto per riflettere sugli avvertimenti e i segnali che la natura ci lancia e sulle conseguenze della loro sottovalutazione.
L’acqua era materialmente in scena in due secchi che venivano continuamente riempiti e svuotati in momenti significativi del testo, i brani pianistici e le coreografie hanno tenuto conto del tema dell’acqua proponendo suggestioni simboliche, i brani corali invece hanno sottolineato momenti drammatici del testo (la conta dei morti, testimonianza della Dosolina, l’ordinanza di sgombero di Erto e Casso e il tragico epilogo della vicenda)
Sulla scala del palcoscenico era stato allestito un piccolo paese con casette di cartone scenografato (opera dello scenografo Marcello Chiarenza) alternate a 1917 post-it colorati che simboleggiavano i morti della tragedia. Nel finale dello spettacolo mentre sullo schermo era proiettato un timer con l’orario delle 22.39 un’onda, realizzata con un telo di plastica trasparente ha travolto il piccolo paese, arrivando fino ai piedi dei primi spettatori della platea.
Alla serata ha contribuito anche la testimonianza diretta dell’alpino Giuseppe Capra che che con i suoi compagni fu tra i primi soccorritori, essendo di leva in una caserma a Tai di Cadore, a monte della diga da cui i primi soccorsi poterono arrivare già durante la notte poiché i collegamenti con i paesi coinvolti nel disastro erano interrotti a valle.
La sala del teatro alle Vigne (400 posti) era completamente esaurita. Il pubblico che ha partecipato all’evento era composto da cittadini del territorio.