Il gruppo artistico coinvolto in questa occasione è una parte delle persone che abbiamo formato in questi anni dal terremoto in poi, impiegando la sorpresa e la scoperta degli abitanti di questi territori nel frequentare il teatro e i nostri corsi di formazione. Il teatro lo abbiamo costruito noi in un piccolo paese fuori dai circuiti culturali dove non c’era la consuetudine di frequentare altri teatri.
Per il testo abbiamo pensato di snellire molto l’originale in quanto volevamo coinvolgere parte del coro per dare voce alla platea testimone del nostro disastro naturale: il terremoto. Da questo dialogo sono emerse fragilità simili e comportamenti da parte delle autorità analoghi. Il tutto è stato contratto in termini temporali a circa un’ora per avere il massimo dell’attenzione, visto che si trattava di una lettura.
Il nostro teatro ha sede in un paese di circa millecinquecento abitanti per cento posti in sala, ha un pubblico multigenerazionale e quasi sempre è al completo; capita di dover mandare indietro qualcuno. Sono spettatori che ci frequentano anche per le attività che pratichiamo aldilà degli spettacoli e della rassegna di teatro contemporaneo. Sono persone con cui abbiamo ormai stabilito rapporti continuativi e affettivi.