La scenografia dello spettacolo è stata l’installazione artistica Ecoagorà creata nella decade ’90 dall’artista Piero Gilardi. L’idea di Gilardi ruota intorno alla ricucitura del rapporto uomo natura grazie alla fascinazione ed emozione prodotta dall’arte. E questa ci è sembrata una anticipazione del pensiero di Marco Paolini di come l’emozione sia il giusto algoritmo di questo nostro tempo sbagliato. Per questo ci è parso il luogo ideale in cui rappresentare VajontS23.
Breve descrizione sulla composizione del gruppo artistico
Cinque attori in scena. Quattro storici di Assemblea Teatro e uno di CAP10100 hanno lavorato in ottima sintonia creando la giusta coralità richiesta dal testo. Si è concentrato tutto il lavoro sulla forza delle parole come elemento centrale, eliminando l’azione, il movimento, lasciando soltanto le parole concentrate nell’agorà dell’installazione, un ricordo dell’antico teatro greco-romano.
La parola e la voce come centro dell’emozione.
Il pubblico è stato trasversale. Gli spettatori affezionati di Assemblea Teatro, lo zoccolo duro, come si dice, ma anche i frequentatori abituali del PAV. Molti giovani e ragazzi con le loro famiglie e anziani che ricordavano quegli eventi di 60 anni fa. La forte emozione ha attraversato tutti e ha trovato il suo apice nel buio totale sulla scena allo scoccare delle 22.39 l’ora del disastro a cui è seguito il minuto di silenzio tutti in piedi avvolti nel suono della campana di Longarone.