Caro Marco,

In base ai tuoi input e suggerimenti, vedo una possibile evoluzione di questa idea come una carovana ottocentesca, composta da una variegata schiera di artisti provenienti dai campi della danza, della musica, del teatro e del circo. Questa carovana itinerante farebbe tappa in ogni angolo del nostro meraviglioso paese, con l’intento di coinvolgere ed educare i suoi abitanti attraverso narrazioni, storie, incontri, eventi e spettacoli. Sono fermamente convinto che persone di tutte le età siano profondamente attratte dalla potenza delle storie e dei racconti, come dimostrato chiaramente dal tuo precedente lavoro sulla tragedia del Vajont, portato in scena molti anni fa.

In un certo senso, questa iniziativa potrebbe essere paragonata ai menestrelli del passato, che utilizzavano le arti performative per informare il pubblico su avvenimenti accaduti in luoghi lontani. Ritengo che un concetto di questo tipo possa risultare estremamente affascinante. Mi immagino l’avvio di questa avventura culturale ogni anno, con un tema sociale, ambientale, ecc.

Potremmo concepire tre carovane, ciascuna delle quali si dirige in una direzione geografica differente: una verso il nord, un’altra verso il centro e l’ultima verso il sud del paese. Queste carovane, ricche di artisti e racconti intriganti, avrebbero il compito di diffondere la novella in ogni angolo del paese.

Vivere queste esperienze significative per strada, in teatri dismessi e in ogni altro luogo, in stretto contatto con il pubblico, potrebbe generare un tipo di attenzione e coinvolgimento completamente diverso rispetto a quanto si ottiene in un tradizionale teatro. La natura itinerante di questa carovana culturale permetterebbe alle persone di entrare in contatto con l’arte in modo più diretto e immediato, suscitando empatia e comprensione per le storie e le tematiche proposte.

In questo modo, potremmo favorire una connessione più profonda tra gli artisti e il pubblico, contribuendo allo stesso tempo all’arricchimento culturale e alla sensibilizzazione delle comunità in tutto il paese.

 Con stima e affetto

Massimo

Massimo Ferigutti – presidente – Teatri delle Dolomiti