Dopo un’attenta lettura abbiamo deciso di mettere in scena il testo nella Versione Corale riducendone la durata e aumentando il numero di narratori. Esso ci ha consentito di utilizzare degli standard che appartengono al linguaggio della Tragedia e, in alcuni momenti, alla recitazione espressionista. Per quest’ultima forma abbiamo effettuato brevi modifiche del testo allo scopo di inscenare dei dialoghi con più attori. La cifra generale della messa in scena si rifà, in ogni caso, al linguaggio del surrealismo. Tale è lo spazio scenico e l’utilizzo degli elementi in esso contenuti. In scena sono presenti sette attori e una decina di allievi del TeatroEidos. Lo spettatore è letteralmente trascinato da un fiume di parole; solo all’uscita del teatro comincerà a mettere in ordine tutti i segni da cui è stato travolto. Lentamente la sedimentazione dei segni si trasformerà in informazione, l’informazione in coscienzae la coscienza in conoscenza in bisogno catartico.

Il pubblico partecipante è stato variegato sia per età che per interessi culturali, ma l’importanza dell’evento nazionale, e non, ha resolo spettacolo, per la piccola città di Benevento, un rito collettivo in cui immergersi per prendere coscienza di ciò che porta la cupidigia umana.