Il disastro del Vajont non è stata solo una catastrofe ambientale e sociale, ma ci ha lasciato l’ennesima dimostrazione del fatto che un rapporto uomo-natura basato sul controllo e sullo sfruttamento dell’uno sull’altra comporti effetti devastanti. Nonostante questo, c’è ancora una mancanza di consapevolezza presso il grande pubblico sull’ampiezza dell’impatto che l’uomo può avere sulla natura, e viceversa.
Come NATIVA crediamo che il mondo dell’arte possa avere un ruolo fondamentale nel trovare linguaggi e canali nuovi per raggiungere in profondità le persone, andando oltre la narrazione catastrofica ricorrente e quotidiana, che rischia di polarizzare a paralizzare, in favore di una che porti alla riflessione e a immaginare collettivamente soluzioni concrete ai problemi ambientali e sociali. Ritroviamo infatti che nel mondo dell’arte, e in particolare del teatro, le emozioni, vissute in una dimensione individuale e collettiva allo stesso tempo, possano diventare azioni e in particolare portare a cambiamenti e comportamenti trasformativi.
Per questa ragione, abbiamo collaborato con La Fabbrica del Mondo allo scopo di analizzare la percezione degli spettatori di VajontS23 sulle tematiche di sostenibilità – con un’attenzione a quelle inerenti all’acqua – e soprattutto di come il mondo dello spettacolo può contribuire ad aumentare la sensibilità e l’azione di un ampio pubblico rispetto alla transizione.
A tutti gli spettatori abbiamo fatto compilare sia una survey prima della visione spettacolo, con lo scopo di indagare la percezione delle persone sull’impatto dell’uomo sulla natura, sia una survey a qualche giorno di distanza per comprendere come l’arte e le emozioni che questa genera possono contribuire a cambiare alcuni comportamenti quotidiani.
Siamo pronti a mostrarvi i risultati di questa raccolta dati, che speriamo possa guidare future iniziative e sforzi per mantenere viva l’attenzione e migliorare l’impegno di tutti in risposta alle grandi sfide che ci si pongono dinnanzi.