II progetto teatrale di Marco Paolini e Gabriele Vacis “Vajonts23” sarà messo in scena in contemporanea il 9 ottobre, data in cui avvenne il disastro nel 1963, in cento luoghi della Penisola. Nella tragedia persero la vita 1.910 persone. Lo spettacolo avrà un’anteprima allo Stabile di Torino dal 5 al 9 ottobre

Il 9 ottobre 1963 dal Monte Toc si staccarono 260 milioni di metri cubi di roccia che piombarono nella diga del Vajont, sollevando un’onda che distrusse cinque paesi e uccise duemila persone.
Nel 1993 Marco Paolini e Gabriele Vacis diedero vita a un’orazione civile su quella tragedia, tra le più memorabili del nostro teatro: Il racconto del Vajont. A sessant’anni dal disastro, la storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti, in un evento diffuso che coinvolge i più importanti palcoscenici italiani, per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. «Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili». VajontS 23 sarà come un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi.
La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont diventerà un racconto corale che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa: VajontS per una Orazione Civile Corale. Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri, e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, ai luoghi non specificamente deputati al teatro come scuole e centrali dell’acqua, e ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS sulla base delle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.

La sera del 9 ottobre Marco Paolini sarà una delle voci che daranno vita al racconto dal teatro Strehler di Milano. Il coro chiamato a raccolta in mesi di lavoro da parte del Comitato proomotore di Fabbrica del Mondo e dalla Fondazione Vajont attraversa tutto il teatro italiano ed è ancora in crescita perché chiunque può decidere di aderire alla rete.Tra i teatri Stabili parteciperanno al coro di VajontS oltre al  Piccolo Teatro di Milano, lo Stabile del Veneto, lo Stabile Torino, lo Stabile del Friuli Venezia Giulia, lo Stabile di Bolzano, Sardegna Teatro e lo Stabile dell’Umbria.A loro si uniranno compagnie storiche del teatro di ricerca come CSS Teatro Stabile di Innovazione di Udine,  Accademia Perduta/Romagna Teatri, Fontemaggiore Teatro di Perugia, Ravenna Teatro, Fondazione Atlantide Verona, La Contrada di Trieste, Assemblea Teatro di Torino, Compagnia Vetrano-Randisi, Cada Die Teatro di Cagliari, Crest di Taranto, Casa del Contemporaneo di Napoli, Kismet e Tric Teatri di Bari, Artisti Associati Gradisca, Arca Azzurra Teatro, Coop Teatro Lanciavicchio, Inti Compagnia Teatrale di Brindisi.

VajontS verrà recitato in contemporanea in teatri lungo tutta la penisola  (Teatro Donizzetti di Bergamo, Koreja di Lecce, Teatro Brancaccio di Roma, Teatro Puccini di Firenze, Villa dei Leoni di Mira, Teatro Verdi Pordenone, Teatro Astra a Vicenza, Teatro Nuovo di Verona, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Teatro Carcano, Campo Teatrale, Teatro della Cooperativa, Teatro Litta e Teatro Verdi a Milano, Real Teatro Santa Cecilia di Palermo, Limonaia di Sesto Fiorentino, Teatro Goldoni di Livorno oltre ai tanti teatri dei circuiti ATER Fondazione Emilia Romagna, Casa del Contemporaneo di Napoli, Rete Teatrale RES, ERT Friuli Venezia Giulia e Collettivo Costellazioni di Brescia) e in alcuni luoghi particolari  come l’ex ospedale psichiatrico Pini di Milano, le centrali dell’acqua, l’Hangar 11 a Belluno, un’aula del Politecnico di Milano e il Circolo dei Lettori di  Torino.

L’obiettivo è un’azione di teatro civile che affronti la sfida della crisi climatica. L’acqua e la tragedia del Vajont diventano un punto di partenza per avviare «pratiche di prevenzione civile».

realizzato da:

in collaborazione con:

con il patrocinio di:

media partner:

con la collaborazione tecnica di: