Lunedì 9 ottobre in tutta Italia lettura pubblica dell’opera di Marco Paolini per il 60esimo anniversario della tragedia anche al teatro Modena e al circolo Arci Quezzi

Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone, diventerà VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in più di 400 tra teatri e luoghi informali dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero.

A Genova, oltre che al Teatro Nazionale di Genova (con Elisabetta Pozzi e Fausto Paravidino e l’avvocata Alessandra Bellerini), e nel circolo ArciQuezzi, e in altri luoghi informali, la lettura si terrà anche nella biblioteca di Casa Gavoglio, Casa del quartiere al Lagaccio.

La lettura della tragedia del Vajont assume a Genova un’importanza particolare considerate le pubbliche catastrofi che hanno colpito la città negli ultimi decenni – la storia del crollo del Morandi per quel suo cedimento annunciato è stata più volte associata al Vajont -. E la lettura a casa Gavoglio aggiunge un altro elemento di suggestione vista la particolare situazione del complesso che solo di recente, dopo le ristrutturazioni e la prevista – ma rimandata apertura di un asilo – si è saputo essere, grazie ad uno studio idraulico, della Regione ad alto rischio alluvionale.

La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. «Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili».

Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere, dighe e centri parrocchiali. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.

Il gruppo dei lettori di Casa Gavoglio vuole raccontare la storia del Vajont per non dimenticare e soprattutto per far conoscere alle giovani generazioni la tragedia del 9 ottobre 1963.

“Abbiamo raccolto – dicono i responsabili de la Casa nel parco -l’invito di Marco Paolini dalla trasmissione RadioRai Caterpillar e lanciato l’invito alle persone che ci seguono. Lo spazio che gestiamo è nella valle di una diga. Sotto l’ex Caserma Gavoglio passano diversi rii tombinati che fanno classificare la zona come a rischio idrogeologico elevato in caso di eventi alluvionali. Genova è una città fragile in cui questo rischio si è spesso sottovalutato. Ci interessa raccontare questa storia perché crediamo nella forza della parola e della memoria e perché il silenzio su questa tragedia non possa mai calare”.

“Davanti a una crisi, quella climatica, una storia vecchia può parlare di oggi” ha raccontato Marco Paolini ai microfoni di Caterpillar nella puntata del 5 Ottobre 2023. “Ciò che è successo al Vajont era difficile da concepire: non era mai successo, così come sta succedendo con la crisi climatica, le cui conseguenze sono difficili da immaginare”.

VajontS 23 sarà come un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.

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