“VajontS 23“ è l’imponente progetto voluto dal regista per la commemorazione. E saranno 130 i luoghi in Italia e all’estero coinvolti nella rivisitazione del monologo


A 60 anni dalla tragedia del Vajont. Il teatro civile di Marco Paolini diventa uno spettacolo diffuso

Milano – Un rito civile. Lo è spesso il teatro. Fa parte della sua natura originaria. Ma ci sono occasioni in cui questo aspetto si amplifica, tornando ad essere elemento cardine per l’intera comunità. Come succede domani sera con “VajontS 23”, imponente progetto voluto da Marco Paolini, in occasione del sessantesimo anniversario della tragedia. Un’azione partecipata. Coordinata da La Fabbrica del Mondo.

E saranno ben 130 i teatri (in Italia e all’estero) coinvolti nell’evento, ognuno chiamato a realizzare nella stessa serata e in base alle peculiarità del proprio territorio, un allestimento originale sul tema dell’acqua e della crisi climatica. Per poi fermarsi tutti insieme alle 22.39, l’ora precisa in cui la montagna franò nella diga, il 9 ottobre 1963, causando la morte di quasi duemila persone.

A fare da canovaccio sarà invece il testo di Paolini, in pratica una riformulazione firmata insieme a Marco Martinelli del suo storico lavoro “Racconto del Vajont”, scritto all’epoca con Gabriele Vacis. Pietra miliare di un certo teatro civile, di narrazione.

“Noi non siamo scienziati, né ingegneri, né giudici – sottolinea Paolini –. Non raccontiamo per giudicare ma perché sappiamo che il racconto muove, attiva un algoritmo potente della nostra specie: i sentimenti, le emozioni. Il Vajont appartiene alla storia d’Italia anche grazie al teatro”.

Milano è coinvolta in diversi spazi. Dal Litta al Carcano passando per l’Elfo Puccini. Ma sarà al Piccolo il cuore di “VajontS 23”, con una prestigiosa lettura a staffetta coordinata da Michele Dell’Utri e affidata a una ventina di narratori, supportati da un coro di 200 persone. Sul palco dello Strehler lo stesso Paolini, il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore regionale Francesca Caruso, il direttore Claudio Longhi.

E con loro i rappresentanti delle comunità colpite dal disastro, professionisti del teatro (fra gli altri Marta Cuscunà, D’Agostin, Lino Guanciale), scrittori, giornalisti e alcune personalità della società civile. Il loro andirivieni, il ritmo delle parole ricorderanno i movimenti dell’acqua. Mentre lunedì 16 alle 20.30 Paolini tornerà a proporre il suo storico spettacolo, a trent’anni dalla prima rappresentazione.

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